L'ombra dell'orizzonte
A circa sei mesi di distanza da "La città del destino" nel mese di giugno 2009 ho pubblicato "L'ombra dell'orizzonte", che unito ad esso costituisce in pratica un solo romanzo, in quanto le due storie risultano strettamente collegate in un rapporto non solo di completamento reciproco, ma di vera e propria circolarità. Che cosa significa? Intendo dire che il secondo svolge e conclude la trama del primo - come è giusto che sia - ma a sua volta nel finale ripropone le righe iniziali de "La città del destino", e si configura, paradossalmente, come suo ideale antefatto, dando inizio concretamente all'impostazione di un tema filosofico, che avrà tanto risalto nella mia seguente produzione letteraria, pur presentandosi in entrambi i cicli con tante sfaccettature diverse. Alludo alla teoria della circolarità del tempo, già sostenuta da Empedocle e dagli Stoici, o - se preferiamo - a quella dell'eterno ritorno dell'uguale, resa famosa da Friedrich Nietzsche. Ma è giunto il momento di esporne la trama, desunta anche in questo caso dalla quarta pagina di copertina.
In questo secondo episodio della Saga di Ablasor tornano i due protagonisti del romanzo "La città del destino". L'azione si sposta però in Argentina, dove, nello scenario di paesaggi suggestivi e pittoreschi i due, finalmente sposi, cominciano la scalata al titolo di campione mondiale di scacchi. Sarà la ragazza a qualificarsi come candidata a quel traguardo prestigioso e, spalleggiata da una valida équipe, riuscirà a mettere le basi per la vittoria finale. Ma la giovane deve fare i conti con la spietata brutalità di forze ostili e sleali: un'ondata di bieca violenza sommergerà tutto il pianeta e spazzerà via anche quel pugno di sventurati. Quando sembra che ormai tutti i giochi siano stati fatti, un colpo di scena finale riapre inaspettatamente la partita e propone al lettore nuovi e inquietanti interrogativi.
Per far comprendere meglio il mio atteggiamento nei confronti di questo romanzo, non posso fare a meno di citare me stesso. Trascriverò, quindi, alcuni brani tratti dalla prefazione:
Se volessimo stabilire una corrispondenza tra le parole e le note musicali, potremmo leggere e giudicare poesie e narrazioni secondo gli stessi parametri, con cui valutiamo le melodie che animano i balletti o i melodrammi. E così il mio precedente romanzo "La città del destino" potrebbe essere paragonato a un vivace duetto lirico o ad un elegante "pas à deux", mentre "L'ombra dell'orizzonte" mi suggerisce piuttosto l'idea di una sinfonia e di un canto corale... Tante voci con timbri e tonalità diverse che si fondono e si sostengono a vicenda in una sola armonia corale basata su effetti di canto e di controcanto: tutto questo per gran parte del romanzo fino al capitolo finale. Poi subentra un silenzio irreale, un'atmosfera incantata in cui si potenzia per contrasto la solitudine dei personaggi, la loro ansiosa meraviglia e la problematica incertezza con cui subiscono l'impatto di un'imprevedibile esperienza.
Concludo con le ultime righe della postfazione - c'era anche quella! - in cui ho definito il rapporto tra il primo e il secondo romanzo:
L'uno dipende dall'altro, lo determina e ne è determinato. Il prima e il dopo s'invertono di ruolo, perdono il loro carattere assoluto e logico per acquistarne uno più paradossale e sconcertante... Sono le aporie in cui resta irretita la mente umana, quando si protende al di là delle quotidiane e rassicuranti realtà dello spazio e del tempo.
Vi segnalo alcuni siti che ospitano presentazioni e/o recensioni di questo romanzo.
Qui potete trovare una mia intervista:
Qui una presentazione molto dettagliata della trama:
Qui, infine, una presentazione/recensione molto puntuale con l'aggiunta dei pregevoli commenti di due lettori, rimasti entusiasti del mio romanzo:
http://www.sololibri.net/L-ombra-dell-orizzonte-Marcello.html
Questa è, infine, la scheda editoriale:
http://www.kimerik.it/Kimerik.asp?Id=685
Questa è, infine, la scheda editoriale:
http://www.kimerik.it/Kimerik.asp?Id=685
... buona lettura!
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